Friday, October 06, 2006

Nächste Haltestelle: Festhalle/Messe

Stamattina mio padre partiva per Frankfurt e la sua Buchmesse.
Io sono ancora un po' sperduta, contenta, raffreddata.
Ma mi sarebbe piaciuto andare con lui, a lavorare magari, o anche solo come turista libraria.
L'anno scorso quel lavoro mi aveva lasciata esausta e contenta.
Prendere il tram alle 8 del mattino per me era qualcosa di eroico e solitario.
Con il pass della fiera viaggiavo gratis sui mezzi pubblici, solo che era ottobre, e avevo già anche il Semesterticket dell'università con cui viaggiavi gratis sui mezzi pubblici, quindi ho viaggiato doppiamente gratis per 5 giorni.
Il primo giorno ero da sola e senza pass.
Mi avevano spedito via fax delle carte, che ero andata a ritirare a Sachsenhausen in un alberghetto. Non li avevo nemmeno letti, quei fogli, ma speravo ci fosse scritta roba utile a non farmi cacciare fuori a calci.
Così fu.
Scesi alla fermata della fiera, ed entrai dall'ingresso principale, quello delle biglietterie, quello della gente comune e sperduta, quello più lontano possibile dal mio stand.
Non ricordo di aver mai camminato tanto come quella mattina per raggiungere il padiglione giusto.
E mentre camminavo, passo dopo passo, io ingenua standista immigrata dal paese della disorganizzazione a quello dell'efficienza teutonica, io pensavo che per 5 giorni ogni mattina avrei dovuto correre la maratona per arrivare in tempo al lavoro.
Poi ho scoperto l'uscita in corrispondenza con la fermata del tram, un centinaio di passi in tutto, di cui 50 impiegati a districarsi in mezzo ad una folla di giapponesi/cinesi/coreani/altri uomini a mandorla.
Il resto è stato come acqua fresca.
Tanto italiano, inglese, tedesco, persino un po' di francese, e un raffreddore micidiale, un po' come oggi.
Ma credo che ne sia valsa la pena, l'anno scorso là, quest'anno qua.

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