Monday, November 10, 2008

City light(s)

C'è un momento, anche nella più tersa e soleggiata giornata autunnale, in cui il sole volge al tramonto e lascia spazio alla luce offuscata, pesante, palpabile dell'umidità preserale.
Si sta comodi, nel cappotto leggero, e l'aria fresca sembra più pulita.
Alla radio, in macchina, davano "Hedonism", e tutti i nodi si sono sciolti come una madeleine.
Non ricordo bene che anni fossero, ma ricordo quel ragazzo che girava su una vespa rossa con un bastone di ferro piantato sopra, che io vedevo contemporaneamente piantato in uno dei suoi occhi dopo un incidente.
Credo che fosse lui, ad ascoltarli.
Ricordo che io, invece, ascoltavo Bon Jovi e un po' me ne vergognavo già.
Ricordo che fu quello il periodo in cui iniziai a scrivere, a scrivere spesso, a scrivere tanto, a scrivere lettere, (pochi) racconti, articoli o semplicemente frasi e parole.
Disegnavo sul banco, sottolineavo i libri, rubavo i gessi, scrivevo sempre "ciao" a mia madre sulla lavagnetta dell'ufficio.
Non riuscivo, e non riesco tuttora, a leggere nulla senza avere una matita a portata di mano.
(Ormai, credo, è proprio una questione psicologica.)
Scrivevo lettere che ancora conservo e ne ricevevo altrettante, che ogni tanto rileggo, non senza una certa malinconia.
Suonavo tanto la chitarra perché mi ricordava M., che me la accordava con una pazienza di cui dovrò, prima o poi, rendergli merito.
Avevo persino scritto una canzone, senza testo, solo la musica, e l'avevo scritta quasi inventando un linguaggio musicale a me sconosciuto.
E poi il giornalino della scuola, la nonnetta e l'articolo in cui tutta la mia adolescenza si palesava nella citazione (mon dieu!) di Enrico Brizzi, che ora mi fa una tenerezza infinita, quando riesco a non vergognarmene.
Tutte queste cose ho pensato in quei 5 minuti in macchina, quando probabilmente la musica era già cambiata, e l'aria si era già fatta più fredda, e la luce buia, e m'è sfuggito un sorriso, perché mi mancavano da un po', la consapevolezza dell'autunno, la sensazione di leggerezza e la percezione del cambiamento.

4 Comments:

At 6:04 PM, Anonymous Anonymous said...

Eh già. La musica ha il potere di rievocare ricordi, sensazioni, di cambiarti l'umore o di assecondare il tuo stato d'animo.
Certo, poi c'è fabri fibra che ti fa cascare le braccia...ma poi pensi che quella non è musica e allora tutto torna a posto.

 
At 5:34 PM, Blogger siuf said...

Già, quando becco Fabri Fibra seguono brutti momenti.. :P

 
At 8:28 PM, Blogger godzilla said...

...ma che bello questo post: mi ci rivedo tantissimo! un bacio :)

 
At 9:53 PM, Blogger siuf said...

:D
In autunno mi si riaccende il cervello.

 

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