Archive: Luglio 2006
Venerdì 7 luglio 2006: Alles wird gut
Ho imparato a capire che quando rigiro per più di due minuti il cucchiaino nel caffè, allora c'è qualcosa che non va.Ho una strana sensazione di consapevolezza che, caso strano, mi fa ben sperare.Ho imparato anche che pensare non è uguale a dire, a parlare, a sapere.Ho perso il calendario anti-estate e ora credo manchi una quantità variabile fra i 60 e i 50 giorni, a settembre. Credo che dovrò aspettare l'esame per averne la certezza.Ieri è stata una brutta giornata.La cosa che mi consola è che sono maledettamente lunatica.Quando hai una brutta giornata, essere lunatici è una fortuna.Ho voglia di indossare un maglione, e di pensare che posso allentare la tensione, e che per un po' di tempo sarà tutto in discesa. Nel frattempo, tengo la mente impegnata.E' un'impresa titanica, ma funzionerà.
Lunedì 17 luglio 2006: La fontana è malata
Ho avuto una bella mattinata, allegra, nonostante il sole, il caldo, e tutta quella luce e quegli sguardi da estate.Mi sono svegliata col caffè, e ho trovato una fetta di torta ai lamponi, in cucina. A pensarci ora non mi sembra nemmeno vagamente possibile.Il tabaccaio ha riaperto, aveva lo sguardo triste di chi ha appena rimesso piede in una routine deprimente.Ho comprato le sigarette, e attraversato la strada lasciando passare un ciclista. Lui ha sorriso, e ringraziato.Sull'autobus c'era una ragazza carina, che sorrideva all'autista tramite un originale gioco di specchietti. Sul torresotto di San Vitale ho notato uno di quegli aggeggi -il cui nome sarebbe bellissimo conoscere e scrivere qua al posto di "aggeggio", ma proprio mi sfugge- che si muovono e piegano col vento.Fuori dallo studio della prof. c'era un ragazzetto impaurito, che ascoltava la conversazione tra lei e un altro ragazzo, senza rendersi conto che non si trattava di un esame. Ha mormorato qualcosa su un labirinto e se n'è andato.Lo studio del prof. invece, quello sì che era un labirinto. E uscendo ho salutato anche la donna grassoccia del piano di sotto che mi aveva fatto segno di salire, con la mano, senza staccare lo sguardo dal monitor del computer.In piazza Santo Stefano hanno sistemato le sedie in modo buffo.Mentre tornavo a casa, mi è tornata in mente quella poesia sulla fontana malata.
"Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchette,
chchch......
E' giu',
nel cortile,
la povera
fontana
malata;
che spasimo!
sentirla
tossire.
Tossisce,
tossisce,
un poco
si tace....
di nuovo.
tossisce.
Mia povera
fontana,
il male
che hai
il cuore
mi preme.
Si tace,
non getta
piu' nulla.
Si tace,
non s'ode
rumore
di sorta
che forse...
che forse
sia morta?
Orrore
Ah! no.
Rieccola,
ancora
tossisce,
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
chchch....
La tisi
l' uccide.
Dio santo,
quel suo
eterno
tossire
mi fa
morire,
un poco
va bene,
ma tanto....
Che lagno!
Ma Habel!
Vittoria!
Andate,
correte,c
hiudete
la fonte,
mi uccide
quel suo
eterno tossire!
Andate,
mettete
qualcosa
per farla
finire,
magari...
magari
morire.
Madonna!
Gesù!
Non più!
Non più.
Mia povera
fontana,
col male
che hai,
finisci
vedrai,
che uccidi
me pure.
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch..."
(Aldo Palazzeschi)
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