Thursday, July 27, 2006

Archive: Marzo 2006

Mercoledì 15 marzo 2006: So long, farewell, auf wiedersehen, good night
Io non sono mai stata brava con i cambiamenti.Mi pesano. Sempre.Mi pesava anche finire la scuola, in un certo senso. Ogni giugno.E mi pesava l’idea di partire per le vacanze, di cambiare quella routine che odiavo, mi pesavano le giornate lunghe, il sole, il caldo che non era ancora così caldo.E mi rallegravo solo alla prima sera in cui mi trovavo costretta ad indossare una felpa, perché fuori l’aria era fresca e il vento sembrava pronto a trascinare con se’ il nuovo autunno, le foglie secche, il grigio e la pioggia. E quella routine che odiavo.Io credo di amarla, in fondo.Perché non sono mai stata brava con i cambiamenti.E vedere questa camera svuotarsi pian piano di quel poco di mio che le avevo concesso mi fa quasi piacere.Ho buttato quella lettera che avevo scritto, perché sapevo che non sarebbe mai giunta a destinazione.Ma c’era un pezzo di quello che sto pensando ora, e non credo di saperlo rendere a parole nuovamente.Avrei voglia di chiacchierare per ore allo stesso modo in cui scrivo.E delle stesse cose di cui scrivo.Avrei voglia di parlare, senza avere la sensazione di non farlo realmente.Avrei voglia di ripetermi, senza la sensazione di avere già detto. Parlare, solo quello.E stare in silenzio, dopo, anche solo per qualche minuto.Musica.Tazza di tè, bollente.E dissolvenza in nero.

Domenica 26 marzo 2006: Sunday bloody sunday
Mi sono svegliata alle 8 scoprendo che in realtà erano già le 9, e una prima ora di studio l'ho persa così.Nelle restanti 6-7 ore sono riuscita nell'impresa di leggere una 30ina di pagine.Però posso comunicare fieramente di aver anche:
-lavato quintali di verdura che mia mamma voleva cucinare per pranzo;
-portato fuori il cane 4 volte perché secondo mia madre "voleva uscire";
-spiegato, sempre a mia madre, che devo studiare perché ho un esame, guadagnando il suo appoggio, tanti "scusa", ma nessuna significativa diminuzione delle sue interruzioni;
-letto ripetutamente 4-5 ricette diverse a mia madre, tragicamente indecisa su come cucinare quel maledetto cavolo;
-avuto parte significativa nel travasare l'olio dal comodissimo bottiglione in cui si trovava, al bellissimo quanto scomodo nuovo recipiente in ceramica bianca appositamente comprato da mio padre;
-risposto al telefono una decina di volte;
-apparecchiato la tavola per il gioioso pranzo domenicale tutti insieme;
-sparecchiato la tavola dopo il gioioso pranzo domenicale tutti insieme;
-sistemato i piatti nella lavastoviglie con la stessa gioia con cui ho partecipato al suddetto pranzo domenicale;
-lavato a mano quelli che non ci entravano data l'abbondanza del gioioso pranzo;
-accompagnato mio padre a prendere un caffè al bar da portare a mia madre, interminabile viaggio durante il quale ho ascoltato con interesse le sue raccomandazioni ad esporre la mia cadaverica faccia ai primi raggi di sole;
-meditato su soluzioni alternative all'omicidio volontario plurimo.
Uno dei valori portanti della nostra società è la famiglia.

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