Tuesday, October 31, 2006

Trouble

*And I never meant to cause you trouble*
Fa freddo e buio presto, finalmente.
La differenza si sente, anche se di giorno c'è tanta luce, e fa ancora troppo caldo per indossare il maglione e la sciarpa di lana.
Camminare la sera e sentire il vento freddo in faccia mi mancava.
E quel buio grigio e umido, anche quello mi mancava.
Il mio albero sta colorando di rosso le foglie.
Quando tornavo a casa da scuola, al tempo delle elementari, mi piaceva tanto guardarlo, sembrava che lo avessero piantato apposta in quel punto, era il mio albero rosso d'autunno, e stava lì, in quella piccola parte di mondo che era il mio mondo, allora.
*I never meant to do you wrong*
Mi sento più piccola del solito, se mi guardo allo specchio.
Chissà se si vede, e se sono davvero più piccola.
Sto facendo una specie di gara con me stessa per trovare il comportamento più stupido ed autolesionista.
Dopo un po', di solito, mi accorgo che è peggio per tutti.
E' la sola cosa che mi convince ad essere un po' trasparente, perché se fosse per me ho la sensazione che potrei continuare in eterno.
Non funziona.
E' un peccato, perché la mia psiche pare gradire parecchio questi giochetti, tanto da ritornarci periodicamente.
Ma non funziona.
*And well, if I ever caused you trouble
No, I never meant to do you harm*

Friday, October 13, 2006

Bad.

Cad.
Mug.
Jug.
Rug.
Rad.
Dad
Sad.
Had.
Pad.
Pug.
Lug.
Lad.
Tad.
Bug.
Mad.
Rad.
Fug.
Hug.

Saturday, October 07, 2006

Giochi autunnali

Sono molto produttiva e credo di aver consumato un Moleskine intero in una settimana.
Oggi gironzolando con il cane mi sono ricordata di quanto sia bello camminare sotto gli alberi e schiacciare con i piedi i ricci che cadono dagli ippocastani.
Fanno un bel rumore, dipingono il giardino di colori autunnali e danno una sensazione strana mentre si rompono sotto la scarpa e scivolano via sulla superficie liscia delle castagne.
Quando ero bambina ci passavo delle ore finché non li avevo aperti tutti.
Alcuni sono piccoli e dentro c'è una sola castagna, la maggior parte ne ha due, ma se sei fortunato riesci a trovarne qualcuno grande, da tre o da quattro.
Il mio cane, per partecipare al gioco, ha preso una castagna e non l'ha più lasciata finché non siamo tornati a casa.
Sono uscita per fare la spesa alle 19, e mentre scendevo le scale ho notato quanto fosse già buio.
E fuori era freddo, e mentre guidavo e guardavo il buio e il freddo mi è passato anche il mal di testa.
Sospiro.

Friday, October 06, 2006

Ero triste e ho comprato una lavagna.
E i gessi.
E ora starò in ansia fino a lunedì, e probabilmente lunedì mi illuderò di potermi rilassare e succederà qualcos'altro.
Mi sto stancando.

Nächste Haltestelle: Festhalle/Messe

Stamattina mio padre partiva per Frankfurt e la sua Buchmesse.
Io sono ancora un po' sperduta, contenta, raffreddata.
Ma mi sarebbe piaciuto andare con lui, a lavorare magari, o anche solo come turista libraria.
L'anno scorso quel lavoro mi aveva lasciata esausta e contenta.
Prendere il tram alle 8 del mattino per me era qualcosa di eroico e solitario.
Con il pass della fiera viaggiavo gratis sui mezzi pubblici, solo che era ottobre, e avevo già anche il Semesterticket dell'università con cui viaggiavi gratis sui mezzi pubblici, quindi ho viaggiato doppiamente gratis per 5 giorni.
Il primo giorno ero da sola e senza pass.
Mi avevano spedito via fax delle carte, che ero andata a ritirare a Sachsenhausen in un alberghetto. Non li avevo nemmeno letti, quei fogli, ma speravo ci fosse scritta roba utile a non farmi cacciare fuori a calci.
Così fu.
Scesi alla fermata della fiera, ed entrai dall'ingresso principale, quello delle biglietterie, quello della gente comune e sperduta, quello più lontano possibile dal mio stand.
Non ricordo di aver mai camminato tanto come quella mattina per raggiungere il padiglione giusto.
E mentre camminavo, passo dopo passo, io ingenua standista immigrata dal paese della disorganizzazione a quello dell'efficienza teutonica, io pensavo che per 5 giorni ogni mattina avrei dovuto correre la maratona per arrivare in tempo al lavoro.
Poi ho scoperto l'uscita in corrispondenza con la fermata del tram, un centinaio di passi in tutto, di cui 50 impiegati a districarsi in mezzo ad una folla di giapponesi/cinesi/coreani/altri uomini a mandorla.
Il resto è stato come acqua fresca.
Tanto italiano, inglese, tedesco, persino un po' di francese, e un raffreddore micidiale, un po' come oggi.
Ma credo che ne sia valsa la pena, l'anno scorso là, quest'anno qua.

Thursday, October 05, 2006

Russell's teapot

Bello.
Bello, bello, proprio bello.
Oggi sono contenta e per una volta mi sembra di meritarmelo anche.
Ho voglia di mettermi a letto e di leggere un libro grande e complicatissimo.
Volevo andare al museo con tutti i fossili, ma chiude alle 12:30 ed era tardi.
Il prof. mi ha detto che gli spiaceva che avessi perso tanto tempo leggendo il triplo del programma.
Eheh.
Non mi veniva altro da dire che "eheh".
Forse è una specie di regalo di consolazione dato che l'autunno non si decide ad arrivare, e in effetti per oggi va bene così e non mi va nemmeno di lamentarmi perché è il 5 ottobre (!!!) e fa ancora caldo.
Oggi mi andrebbe di fare il paleontologo.

Sunday, October 01, 2006

Es wird etwas geschehen

Quando feci questo disegno, qualche anno fa, mi sentivo un po' così.
Piccola, con lo sguardo perso e due bastonicini al posto dei piedi.
Mi sa che ci assomiglio più adesso che allora.