Yesterday was dramatic, today is ok
Io che di arte non ho mai capito - né, in realtà, conosciuto - un tubo, sono innamorata di Paul Klee fin dall'età di 4-5 anni.
Avevamo un librone dalla copertina rigida, grigia e ruvida, con una scritta dorata di lato, un librone con le fotografie di tanti dei suoi quadri più famosi.
Mi ipnotizzava.
Mi metteva una sorta di serenità e di consapevolezza del mondo.
Mi sembrava molto più reale ed umano di tante rappresentazioni realistiche.
C'era qualcosa in quelle linee, in quei colori, in quelle faccine stilizzate, qualcosa che gironzolava per il mio cervello e si sedeva da qualche parte, per non rialzarsi più.
Mi piacevano, al tempo, soprattutto quelli più colorati, quelli che ora mi sembrano pugni negli occhi, dai colori forti e caldi.
Al liceo mi diedero il compito, nell'ora di disegno, di riprodurre un quadro da cui fossi particolarmente attratta, e io portai con soddisfazione una fedele riproduzione del quadro qui sopra. Non mi pare che raggiunse la sufficienza, di sicuro suscitò parecchia ilarità fra i compagni di classe ed ebbe comunque il suo momento di gloria.
Per me, tuttora, nessuna Ultima cena, nessun Giotto, nessun impressionista, neppure nessun Van Gogh regge il confronto con quegli occhietti, lì sopra.