Ricordi di scuola
Quando andavo a scuola e studiavo, mi fissavo su alcuni particolari un po' strani, e spesso inutili. Mentre tornavo a casa, in autobus, me ne sono tornati in mente alcuni, come:
- I parameci;
- Le musiche di Kurt Weill sulla Dreigroschenoper di Brecht;
- La tartaruga di Des Esseintes;
- Quella rima Nietzsche/camicie; *
- e = 2,7 ibsen ibsen;
- Il cappello da cacciatore del giovane Holden;
- La foto di Watson e Crick;
- Quella poesia sulla donna che cuce; **
- La drosophila melanogaster;
- Alberto di Giussano e la Canzone di Legnano di Carducci;
- Giano bifronte;
- Quella poesia d'amore un po' macabra; ***
- "Il padre Scamandro lo nomava, il vulgo tutto Astianatte";
- Pascoli, la poesia in latino e "Novembre"; ****
- Le monadi di Leibniz;
- "Furi et Aureli, comites Catulli";
- Le configurazioni elettroniche con cui giocavo il pomeriggio (vedi foto).
*
"Tu non fai versi. Tagli le camicie
per tuo padre. Hai fatta la seconda
classe, t'han detto che la Terra è tonda,
ma tu non credi... E non mediti Nietzsche
Mi piaci. Mi faresti più felice
d'un'intellettuale gemebonda.."
(Guido Gozzano - La signorina Felicita - VI - 4,3)
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E' strale, è stral, non ago
Quel ch'opra in suo lavoro,
Nuova Aracne d'amor, colei ch'adoro;
Onde, mentre il bel lino orna e trapunge,
Di mille punte il cor mi passa e punge.
Misero! e quel sì vago
Sanguigno fil che tira,
Tronca, annoda, assottiglia, attorce e gira
La bella man gradita,
E' il fil de la mia vita.
(Giambattista Marino - Donna che cuce)
***
Quando bacio il tuo labbro profumato,
cara fanciulla, non posso obliare
che un bianco teschio v'è sotto celato.
Quando a me stringo il tuo corpo vezzoso,
obliar non poss'io, cara fanciulla,
che vi è sotto uno scheletro nascosto.
E nell'orrenda visione assorto,
dovunque o tocchi, o baci, o la man posi...
sento sporger le fredde ossa di morto.
(Iginio Ugo Tarchetti - Memento)
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Gemmea l'aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l'odorino amaro
senti nel cuore...
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E' l'estate,
fredda, dei morti.
(Giovanni Pascoli - Novembre)