Tuesday, June 24, 2008

Eiserner Steg

Arriverei a dire che Frankfurt, per me, è il fiume, e il fiume è Frankfurt.
Lo è perché la prima sera l'ho attraversato verso Sachsenhausen e mi sono fermata solo da Struwwelpeter a mangiare la "Forelle", che non so tradurre in italiano perché per me in italiano tutti i pesci sono uguali.
Ero stanca, mi facevano male i piedi e odio il pesce, ma era una specie di comunione con l'acqua ed è stata terapeutica.
E' il fiume anche perché attraversarlo in metropolitana è qualcosa che per me resta surreale.
Frankfurt è il fiume per tutte le volte che ho passato mezze ore ad osservare le chiatte stanche passare da una parte all'altra del ponte.
E' il fiume del sabato durante il Flohmarkt, fra il brulicare di persone, il fumo e l'odore dei Würstel alla piastra, lo sferragliare delle biciclette, le chiacchiere, gli occhi stanchi.
E' il fiume di chi fa jogging sulle sue sponde verdi, di chi lo osserva da un viaggio nel tempo sul trenino a vapore, di chi percorre la riva sud con i musei in fila indiana.
E' il fiume della panchina sul cui schienale era così comodo sedersi a mangiare una fetta di Apfeltorte accompagnata da un bicchierone di caffè bollente, chiacchierando e ridendo per il freddo, temendo la pioggia incombente, sprofondando in sciarpe e cappotti e meditando di portare a casa quel bicchiere di Glühwein ed usarlo come salvadanaio.
E' il fiume delle passeggiate chilometriche, e delle gite in barca che non ho mai fatto.
E' il fiume, semplicemente, perché ogni volta che ci torno mi basta vederlo per fare un sorriso.
Quando sono partita, l'unica cosa che sapevo era che mi sarei innamorata del fiume, e che sarebbe bastato.

Monday, June 23, 2008

Die Zeit heilt alle Wunden














C'è forse un motivo sensato per cui uno dovrebbe associare a luoghi, parole, immagini soltanto ricordi importanti?
Al contrario, è forse quell'associazione a fare di qualcosa un ricordo importante?
Una volta, camminando verso casa per una strada calpestata e ricalpestata più volte ogni giorno della mia vita, ho ritrovato una forchettina di plastica colorata, di quelle che ai pub ti portano insieme alle patatine.
Era mia, l'avevo persa una sera di qualche settimana prima, e l'ho raccolta.
C'è forse un motivo sensato per cui non avrei dovuto ritrovarla lì, allo stesso posto?
Un motivo per cui avrebbe dovuto pensare di spostarsi, ad esempio, o di farsi raccogliere da qualcun altro.
Nessuno.
La spilla con la mucca, lei può aver avuto un buon motivo, o più probabilmente essere stata vittima dell'avidità altrui, oltre che della mia ostinata sbadataggine.
Ci sono processi che non sono graduali, e io li odio.
Quello che è indefinibile, incomprensibile, invisibile agli occhi è proprio quel momento, quello in cui arrivaa un buon motivo, e le cose cambiano.
Una mattina farò una passeggiata con il cane in giardino, e il palloncino di Winnie the Pooh non penderà più dall'albero sotto casa, come fa regolarmente e con tenacia da oltre un anno.
Oppure no, e me ne andrò io, e forse tornerò ogni tanto da queste parti e lui sarà ancora lì, tenace.
Speriamo.
Non vedo nessun buon motivo per cui debba andarsene.

Wednesday, June 18, 2008

Saturday, June 14, 2008

flying-alien-tree [#2]

Un po' mi dispiace, ma non mi viene mai da farlo contento.

Thursday, June 12, 2008

Tandem

Quando l'ho visto per la prima volta era una sera strana, non ero dell'umore giusto e guardare un film era l'ultimo dei miei pensieri, e in fondo non avevo proprio capito niente ed è meglio che non ne abbia visto che un piccolo pezzo.
La canzone, giusto la canzone e un pezzetto di strada che se ne andava, e da quella poltrona bassa sembrava quasi che ci fossi sdraiata in mezzo e avessi alzato appena appena lo sguardo dall'asfalto.
Nient'altro, e poi sono rimasta in confusione e sono ripartita.
Quando lo ho visto tutto, invece, ho rischiato di piangere per metà del film e sono rimasta lì senza decidermi con quel groppo in gola e la sensazione che stesse toccando proprio i tasti giusti.
Solo che non sapevo quali.
Non avevo capito niente nemmeno quella volta, ma mi si era appiccicato dentro con un misto di malinconia e di speranza, e mi bastava.
E poi quella canzone era ossessiva e ripetuta, e me la ricordavo da quella prima volta sdraiata sull'asfalto, mentre la macchina si allontanava ed era solo l'inizio.
E non avevo capito niente.
E forse nemmeno adesso, ma mi tengo stretto il mio nodo appiccicato in gola e sono contenta di non dover andare da nessuna parte, questa volta.
Sospiro.



[E il video è quel che è, ma è l'unico che ho trovato che mettesse insieme il film e la canzone]